Elio De Luca

Elio De Luca


Elio De Luca è un pittore italiano.
Fin da bambino ha sempre disegnato, l’arte la sentiva dentro. Si è diplomato presso la Scuola d’Arte Leonardo da Vinci di Prato ma si ritine più un auto didatta.
Ha un ricordo di sua madre che gli preparava la focaccia nel forno che avevano sotto casa.

Elio si distingue, in particolare, per l’uso della peculiare tecnica del cemento dipinto ad olio. Vengono uniti sabbia, cemento e collanti particolari per creare delle opere tridimensionali, quasi dei bassorilievi (poi a volte venivano dipinti ad olio). Questa tecnica deriva dalla ricerca di una pittura materica, dallo studio della tridimensionalità. In questo periodo sta usando molto i pastelli ad olio su carta gialla, la quale lavorata e telata, o sulla tela preparata a gesso.
Tra le altre cose, Elio realizza sculture in bronzo: al momento ne sta progettando una alta più o meno 80 cm. Nella nostra chiacchierata ci ha spiegato che prima devono essere realizzati i disegni, poi si passa alla realizzazione della forma di creta, la quale verrà lavorata in fonderia, infine viene costruito il calco per procedere alla fusione del bronzo.

Negli anni ha collaborato con varie gallerie in Italia e all’estero: le sue opere sono entrate a far parte di collezioni pubbliche e private. Negli ultimi anni le sue opere hanno partecipato a numerose esposizioni internazionali. Ha realizzato gli affreschi della Chiesa di San Bartolomeo a Scampata e l’VIII Palio della Costa Etrusca; sue opere sono state acquisite in permanenza dalla Pinacoteca Regionale della Toscana e dal Lu.C.C.a Center of Contemporary Art di Lucca.

Piatto preferito: i primi in generale, specialmente di pesce.


Giuliano Grittini

Giuliano Grittini


Giuliano Grittini è nato a Corbetta nel 1951 ,dove vive e lavora con numerosi artisti e poeti.
Ha frequentato la scuola di disegno grafico a Milano e ha iniziato a lavorare presso gli studi di numerosi artisti. Per alcuni anni ha lavorato come esperto di tecnica della stampa conseguendo il titolo di stampatore d’arte. Collabora con alcune riviste d’Arte e di Poesia. Ha tenuto diverse Mostre personali e collettive e ha partecipato a numerose Mostre d’Arte sia nazionali che internazionali.
Legato da sincera amicizia alla Merini, è l’autore di numerosi suoi ritratti nei quali a detta di numerosi critici ,egli riesce a cogliere, oltre il gesto e il volto, l’anima. Autore di numerose pubblicazioni, tra le quali si ricordano un libretto di epigrammi e fotografie su vari artisti e poeti intitolato “44 facce d’Autore”, Grittini ha inoltre pubblicato per Stampa Alternativa, nella Collana millelire, “Fotografie e Aforismi di Alda Merini – Ringrazio sempre chi mi dà ragione”. Altri suoi lavori sono: “Aforismi di Alda Merini”, foto di Giuliano Grittini, Stampa Alternativa, Viterbo, 1997 e, per l’edizione “L’incisione”, il libro di “Fotografie e poesie di Alda Merini”.
Aneddoto su come Giuliano ha conosciuto Alda Merini: alla fine degli anni ’80 a Milano, Giuliano vede per la prima volta Alda in parrocchia a Santa Maria delle Grazie sul Naviglio. Il parroco della chiesa metteva a disposizione di tutti dei ciclostilati contenenti poesie e aforismi. Giuliano, leggendo questi ciclostilati e giudicandoli meravigliosi, si informa sulla loro provenienza. Il parroco gli dice che “sono di quella pazza che è appena tornata da Taranto” e che per incontrarla doveva andare al Bar Charlie (il nome del cane del titolare del bar) dove lei era solita. Quando finalmente arrivò la Merini, lui le chiese il permesso di fotografarla. Nacque così la loro amicizia e Giuliano iniziò ad accompagnarla in giro per il mondo.

Piatto preferito: risotto alla milanese.
Passioni collaterali: per alcuni anni ha lavorato come esperto di tecnica della stampa diventando stampatore d’arte. Collabora con alcune riviste d’arte e di poesia. Attualmente opera a Corbetta dove ha una stamperia d’arte per le proprie opere.


Paolo Staccioli

Paolo Staccioli


Nato a Scandicci nel 1943, Paolo Staccioli si avvicina al mondo dell’arte al principio degli anni Settanta, quando inizia ad esporre, in ambito fiorentino, la sua pittura. Prima di dedicarsi alla sua passione artistica infatti, Paolo faceva il vigile urbano a Firenze. Ma la sua vocazione artistica sembra chiarirsi una ventina di anni più tardi quando l’artista inizia un vero e proprio percorso formativo a Faenza, acquisendo con gli anni e la tenacia le competenze tecniche che lo condurranno al linguaggio più consono alla sua creatività: la scultura in ceramica. L’apprendistato si avvicenda rapidamente con i primi successi: dopo una prima serie di apparizioni in mostre personali e collettive, principalmente in ambito fiorentino, Paolo Staccioli conquista repentinamente il favore della critica e del pubblico di collezionisti per la sua abilità grafica e freschezza esecutiva. La sua maestria nel trasformare la terra in forma, così come la capacità di coprirla di vibrazioni luminose e riflessi di colore a ‘lustro’, interrotti solamente dall’ impronta grafica del disegno, porta presto Paolo Staccioli alla sua più alta stagione creativa, ininterrotta, dagli anni Novanta fino ai giorni nostri.
Nella ceramica Paolo Staccioli trova un terreno fertile per esprimere in piena libertà quella vena creativa che oggi lo rende uno degli autori di un repertorio formale più originale e interessante della ceramica contemporanea.
Staccioli si muove alla sperimentazione di nuove forme, modellate con leggerezza e ironia: i suoi personaggi posso essere guerrieri antichi (assiri, babilonesi), gli umani viaggiatori, arlecchini (pulcinella), bambole giostre; la maggior parte sono ricordi. I primi guerrieri erano normali, poi ha cominciato a fare le teste piccole, non si sa perché, gli piace così. Quando invece fa le sculture dove gli umani trasportano le palle simboleggiano le scocciature che ognuno si porta appresso, “le palle” in ogni senso. Un’altro dei progetti che lo caratterizzano maggiormente sono le sue “sfere rotte”: Paolo fa una sfera di terra e la cuoce a biscotto, poi la fa a pezzi e con ogni pezzo ci fa una storia diversa, per poi infine ricomporle.
È particolare la tecnica che lui utilizza sulle ceramiche, sono tecniche antiche. In alcuni musei antichi si vedono ceramiche con l’oro senza l’oro di per sé, ma riprodotto con dei materiali.
Lo studio di Scandicci, dove a tutt’oggi troviamo Paolo Staccioli al lavoro, è così una fucina in costante fermento, un cantiere aperto dove è possibile rinnovare lo stupore di fronte ai bozzetti in creta, le steli policrome, le sculture che ambiscono alla tribuna privilegiata delle esposizioni e delle collezioni, che sempre più costellano il suo percorso artistico e professionale.

Piatto preferito: ama tutti i piatti tranne la lingua del bollito.
Passioni collaterali: gli piace molto lavorare, stare insieme agli amici e il buon cibo.

paolostaccioli.it


Giuliano Tomaino

Giuliano Tomaino


Giuliano Tomaino è nato alla Spezia nel 1945, vive e lavora a Sarzana; ha iniziato la sua carriera alla fine degli anni Sessanta, nella direzione dell’Arte Povera, con assemblages di objets trouvés. Gli anni Settanta di Tomaino sono invece contraddistinti da copriletto utilizzati come supporto per rappresentare la natura, il degrado e l’azione del tempo. Dalla metà degli anni Settanta la sua ricerca si rivolge alla pittura segnica, caratterizzata da linee che si incrociano in diverse scale di nero e rosso, colori che diventeranno una costante nel suo lavoro, con segni che tendono a ripetersi; sono coevi i collages eseguiti con tessuto sfrangiato. Negli anni Novanta compare il tema del cimbello (lo zimbello, il richiamo per gli uccelli), suggerito dalle rondini che entrano nello studio sarzanese, dove Tomaino lavora tuttora. Gli spazi espositivi interessati al suo lavoro aumentano per numero e importanza (le gallerie Heinz a Zurigo, Mc Cann a Francoforte, Tornabuoni a Firenze, Susanna Orlando a Forte dei Marmi) fino al Palazzo dei Diamanti di Ferrara.
Tomaino ha una speciale attenzione per i titoli che, ‘fiancheggiando’ l’opera, ma senza descriverla, sono, sostiene l’Artista, “a volte più belli delle opere ”.
Uno sguardo disincantato e onesto posato su tutto quello che la natura ci offre. La realtà intesa nel senso più ampio dove al sensibile e al materiale si aggiunge l’irrazionalità dei sentimenti e la logica del pensiero. Giuliano ha ancora la capacità di stupirsi e di stupire. Come i bambini che scoprono le cose per la prima volta, senza preconcetti con sincerità e purezza. Tutte le sovrastrutture che si aggiungono durante la crescita, col proseguilo dell’età, vengono eliminate dall’artista. I cavalli a dondolo, i “cimbelli”, le mani, i cuori. Simboli ricorrenti nei lavori dell’artista ligure come icone che caratterizzano uno stile unico e personale. I soggetti tinti di rosso propagano carica vitale e ottimismo. Sono sculture che trasmettono forza ed energia.

giulianotomaino.it


Rudy Mascheretti

Rudy Mascheretti


Rudy Mascheretti “dipinge la musica e suona la pittura”. Bergamasco di nascita, vive e lavora ad Alassio. Si è congedato dall’Accademia di Belle Arti di Carrara con 110 e lode con una tesi di Design. Ha esposto in Italia e all’estero ottenendo premi e riconoscimenti. Ispirato dalla luce caravaggesca, dipinge grandi tele di nudi, figure dal vero e ritratti su commissione. Rudy fonda l’Associazione Artistica “L’Impronta” organizzando in Liguria eventi artistici, espone in mostre nazionali e permanenti alla “Blaue Galerie” di Artothek Dogan in Germania. Esperto di disegno tiene corsi di insegnamento in alcune scuole private e statali. Eclettico Artista, Designer e Pittore, ma anche Deejay con 30 anni di professione consolidata nelle migliori consolle italiane ed estere collaborando con cantanti e musicisti internazionali. Rudy unendo le sue passioni fonde Arte e Musica in un’innovativa performance chiamandola “The Beat Art Concept” divenendo il primo Deejay e Artista al mondo capace di dipingere una maxi tela mentre alla consolle mixa la musica. Il modo in cui si esprime ha la magia e la leggerezza della libera ispirazione che è la sostanza della sua poetica. E’ spesso accompagnato da talentuosi musicisti come il sassofonista Gabriele Zeppegno, la violinista Simona Mana, Gruppi Jazz, e talvolta la bravissima figlia cantante Greta, tutto si mescola in un ritmo sempre più crescente e trascinante per dare vita ad una tela.
Ha collaborato con molteplici prestigiosi brand come Armani, Bulgari, Cartier, Maserati, Dom Perignon. Non è nuovo ad esibirsi durante eventi culinari: come per la puntata di cui è stato protagonista, Rudy ha performato altre volte con il suo amico Chef Roberto Balgisi, trasformando ogni serata in un evento unico.

Piatto preferito: pasta pomodoro e basilico, pesce, tartufo. Ama il vino rosso.
Passioni collaterali: ama molto praticare sport, ha fatto tanti anni paracadutismo sportivo, pugilato, equitazione.

rudymas.com


Antonio Nunziante

Antonio Nunziante


Antonio Nunziante nasce a Napoli nel 1956.
Si è avvicinato al mondo dell’arte in maniera molto naturale, è figlio d’arte. Suo nonno era orafo, disegnava gioielli. Sotto pseudonimo ha scritto tantissime tra le più famose canzoni napoletane, suo padre cantava opere liriche. Suo padre venendo a Torino aveva messo su una serie limitata di cornici d’arte. Questa vena artistica familiare l’ha molto condizionato, il suo primo dipinto ad olio l’ha fatto ad 8 anni. Dopo aver conseguito il diploma di scuola secondaria in Arte, frequenta l’Accademia delle Belle Arti per due anni. Nel 1975, terminata la formazione in tecniche di restauro a Firenze, fa ritorno a Torino. Visita musei italiani e internazionali, venendo in particolare a contatto con l’opera di Rembrandt e Vermeer. Mentre l’interesse del pubblico italiano per la sua pittura inizia a crescere, nel 1983 ha l’occasione di esporre negli Stati Uniti, con una mostra agli Artexpo di Los Angeles e New York.

Nel corso della sua lunga carriera ha esposto in moltissime mostre nazionali ed internazionali, affermandosi come maestro in tutto il mondo.
Tra le ultime esposizioni, l’Ambasciata Italiana a Bruxelles ospita una sua mostra personale con 12 opere in occasione della Festa della Repubblica Italiana. “Leonardo da Vinci – The inventions of a genius” prosegue il suo percorso mondiale, con 28 opere di Nunziante integrate nell’evento al Museo La Sucriére di Lione, dal 13 Settembre 2018 al 13 Gennaio 2019. In contemporanea al tour di Leonardo espone le sue 28 opere ad Istanbul all’Unique Museum tra ottobre e dicembre 2018, accanto a quelle di Pablo Picasso e Joan Miró. Nel 2019 rientra negli Stati Uniti per la rinomata esposizione di artisti ad Art Santa Fè, New Mexico e si spinge fino ai confini messicani per esporre insieme a Dalì presso il museo Palcco a Guadalajara.

Piatto preferito: spaghetto a vongole con pomodorini del piennero.
Curiosità: ha due medaglie d’oro come ambasciatore dell’arte italiana nel mondo. Ha un suo canale YouTube dove documenta la sue mostre e le sue tecniche.

antonionunziante.com


Marco Lodola

Marco Lodola


Marco Lodola è uno degli artisti contemporanei Italiani più celebri ed influenti.
Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti a Firenze e a Milano.
Successivamente, all’inizio degli anni ’80 e insieme ad altri artisti che si riuniscono intorno alla Galleria di Luciano Inga Pin a Milano, Marco Lodola dà vita al movimento artistico che prende il nome di Nuovo Futurismo. Questa nuova corrente artistica, si ispira e ripropone L’Avanguardia Storica basandosi sul concetto cardine dell’esaltazione della modernità, rielaborandola in nuovi canoni e con una spinta prorompente e onnipresente verso le nuove forme d’arte.

Lodola affianca l’arte visiva ad altre discipline: letteratura, musica, cinema, design. Si avvicina presto all’uso di materiali plastici che sagoma e colora con una tecnica personale attraverso l’uso di tinte acriliche. Più tardi la sua ricerca lo porta a cercare di inserire fisicamente la luce nei suoi lavori: nascono le sculture luminose, statue in plexiglas illuminate internamente con tubi luminosi, che caratterizzeranno tutta la produzione artistica.

Le sue opere sono presenti in vari musei, e ha realizzato scenografie per film, trasmissioni, concerti ed eventi. In particolare è stato attivo nella moda e nel teatro, ha creato un manifesto per le olimpiadi invernali di Torino 2006 e per la facciata dell’Ariston per il festival di Sanremo 2008.
Si è occupato inoltre della scenografia della settima edizione di X Factor, e per il film Ti presento un amico di Carlo Vanzina e ha realizzato una scultura per il gruppo Hotel Hilton. E con diverse aziende, tra cui: Watch, Ducati, Coca Cola, Titan, Grafoplast, Harley Davidson, Riva, il marchio di caffè Illy che lo ha voluto tra i disegnatori scelti per dare vita alla collana “Tazzine d’autore”. Ancora Seat, Dash, Fabbri, Carlsberg, Nonino, e nella moda Valentino, Coveri e Vivienne Westwood che ha voluto le sue opere come scenografia per le sue sfilate alla Milano Fashion Week 2011. La sua ultima istallazione luminosa, maggio 2020, è in collaborazione con la Maison francese Christian Dior, illuminando 400 vetrine Dior in tutto il mondo.

Piatto preferito: Pizza e spaghetti

Passioni collaterali: Da sempre Lodola ha una grande passione per la musica, tanto che in diverse occasioni ha affermato che il suo grande sogno sarebbe stato quello di diventare un musicista, questa sua passione rimane presente però nelle sue opere. Ha collaborato in campo musicale con gli 883 e Max Pezzali (realizzando la copertina dell’album Gli Anni).

marcolodola.com


Tony Esposito

Tony Esposito


Tony Esposito, all’anagrafe Antonio Esposito, è un musicista, cantautore e percussionista italiano.
Ci ha confessato che non è stato lui ad avvicinarsi alla musica, bensì la musica ad avvicinarsi a lui. Quando era piccolo e stava in cucina con sua madre c’era spesso la radio accesa e lui ha iniziato ad imitare i suoni con gli utensili della cucina (forchette, coltelli). Allora erano appena arrivate le canzoni americane (Sinatra), lui amava Renato Carosone, che era spesso in radio.
La musica di Tony Esposito è ispirata a sonorità provenienti da molti Paesi del mondo, mescolate con ritmi tribali e melodie tipiche della musica partenopea.
L’originalità del suo approccio si può ritrovare nell’invenzione di strumenti unici come il tamborder, suono onomatopeico di uno dei suoi più famosi brani, Kalimba de Luna, di cui i Boney M. pubblicarono quasi contemporaneamente una cover in lingua inglese.
Prima di affacciarsi all’attività discografica in proprio, Tony Esposito ha contribuito, durante gli anni settanta, al “sound ritmico” di diversi artisti italiani quali: Pino Daniele,Lucio Dalla, Francesco De Gregori, Gino Paoli e molti altri. Insieme a Tullio De Piscopo, James Senese, Joe Amoruso, Rino Zurzolo e Fabio Forte, ha contribuito a coniare il termine “blues metropolitano” che trova uno dei punti di massima espressione artistica nell’album di Pino Daniele Vai mo’ del 1981.

Piatto preferito: Spaghetto fatti con i pomodorini alla brace. Ama la pasta al forno con le polpettine piccoline piccoline. Un piatto che ama è il ragù di cavolo, ricetta di fine 700.

Passioni collaterali: Si sente legato al cibo in tutti i suoi colori e varianti, si sente anche un discreto cuoco, specialmente il pesce, gli è stato insegnato in famiglia (napoletana). Gli piace molto cucinare, predilige i primi ed i secondi mentre non gli piacciono molto i dolci. Viaggiando molto ha imparato tante cose e affinato i propri sapori. Quando suonava la sera si ritrovava di notte a mangiare nei locali.


Mark Kostabi

Mark Kostabi


Nato a Los Angeles da genitori estoni. Vive tra New York e Roma, perché si sente molto benvenuto in Italia, specialmente dagli anni ’90. Dell’Italia ama la cultura, la storia, la gente e soprattutto il cibo.
Studia disegno e pittura alla California State University. Nel 1982 si trasferisce a New York e dal 1984 diventa un’importante figura di riferimento all’interno del movimento artistico dell’East Village. Durante questi anni si diverte nell’uso provocatorio dei mass media con auto interviste con a tema l’arte contemporanea.
Le sue opere non hanno volti perché vuole mantenere un linguaggio universale senza colore e nazionalità. È stato per lui organico disegnare figure senza volto. Quando si è trasferito a New York e ha visto per la prima volta dal vivo dei quadri di De Chirico ha sentito un forte legame ed ha dipinto alcuni quadri per omaggiarlo. Gli piacciono molto le ombre, uno dei suoi artisti preferiti è Caravaggio, ed i colori, anche se ha dipinto anche quadri in bianco e nero. Usa principalmente le ombre ed il chiaroscuro.
Dal 1987 ottiene un riconoscimento internazionale e le sue opere vengono richieste da gallerie di Giappone, Stati Uniti, Australia e Germania. Nel 1988 fonda “Kostabi World”: il suo studio, galleria, ufficio a New York.

Piatto preferito: spaghetti cacio e pepe.
Passioni collaterali: È molto amico di Tony Esposito e condividono la passione per la musica, infatti ogni tanto suonano insieme. Ha un fratello Paul con il quale condivide la passione della musica e della pittura e con cui si esibisce insieme a Tony. Oltre la musica giocava a scacchi e ama viaggiare e scoprire nuovi posti.


Flavia Robalo

Flavia Robalo


Flavia Robalo nasce a Buenos Aires, Argentina, nel 1973. Nel 1984 inzia la sua formazione scolastica di pittura e scultura. Nel 1991 approfondisce la lavorazione del marmo  come allieva e assistente dello scultore Orio Dal Porto. Nel 1997 intraprende il primo viaggio a Pietrasanta in Italia, dove continua la sua formazione come scultrice e dove inizia a esporre le sue Opere in un susseguirsi di simposi ed attività artistiche. Questa strada la porterà ad ottenere riconoscimenti e premi Internazionali legati alla sua Opera nel corso degli anni in tutto il mondo.

Nonostante Flavia si sia trasferita a Pietrasanta per apprendere le tecniche della lavorazione del marmo negli anni ha compreso che la sua vera passione è il legno. Questo è dovuto principalmente a due fattori: la minore densità del legno rispetto al marmo e la maggiore velocità di realizzazione di un opera che le permette di esprimere al meglio le sue emozioni.

Piatto preferito: trippa e lampredotto.

flaviarobalo.com